Programma
The-way-of-1000-and-1-comet
con videoanimazioni originali
dei quadri di Pinot Gallizio
Teatro Sociale di Gualtieri
venerdì 9 settembre 2022, ore 21.00
sabato 10 settembre 2022, ore 18.00
Ezio Bosso racconta Via di mille e una cometa
Pinot, barba Pinot si diceva ad Alba. «L’ha detto Pinot» aveva un doppio significato, mi ha spiegato un giorno il figlio Giorgio detto Giors Melanotte: poteva essere l’assoluta verità per alcuni come la sicura fandonia per altri. Questo spettacolo vuole ricordare affettuosamente due persone, diversissime tra loro ma entrambe a me care, un padre (un vero e proprio mito langarolo) e un figlio (che ho avuto la fortuna di conoscere), di cui proprio in questi giorni ricorrono rispettivamente quaranta e un anno dalla scomparsa.
Da un lato Pinot, il Personaggio, farmacista, alchimista, archeologo, re degli zingari, ignorante (come metteva sul suo biglietto da visita), utopista e pittore.
Dall’altro il figlio Giorgio, l’Orso, chiuso in una poetica sulla libertà che, ereditata dal padre, non vedeva realizzarsi. Ho passato molto tempo negli ultimi anni con Giorgio, vivendo con lui per mesi, arrivando fino a chiamarlo zio (per sua precisa volontà: «chiamami zio Marsun», continuava a ripetermi). Una volta, parlando di suo padre, gli dissi che avevo come l’impressione che la sua opera fosse stata schiacciata dal personaggio che era e quando gli esposi la mia teoria sull’“assoluto del tempo di fruizione” mi rispose che Pinot parlava proprio del tempo di fruizione di un quadro sostenendo che la Caverna dell’Antimateria era proprio questo; d’altronde, l’abbandono stesso del situazionismo era connesso all’esigenza di un “tempo di narrazione di un quadro”.
Fu Giorgio a farsi promettere che avremmo realizzato un progetto sul padre, un concerto dove quadri si sarebbero animati e colorati per i musicisti e gli spettatori. E così è stato, il progetto lo abbiamo scritto, discusso e ce ne siamo affezionati. Ma a due giorni dalla presentazione per la ricerca di sponsor Giorgio se ne è andato. Il titolo che aveva scelto, La via di mille e una cometa, era quello di un quadro di Pinot «perché è il luogo dove mi immagino ci siano mio padre e mia madre». Spero che li abbia raggiunti da quelle parti. Uno schermo, gli amici del Quartetto d’Archi e di Torino il mio contrabbasso faranno da sfondo visivo e sonoro alla voce di Gigio Alberti, per raccontare le scoperte sull’uomo ligure preistorico, la pittura industriale, la psicogeometria e lo zen, la storia di Ipotenusa e dei cateti che la rapirono, la Gibigianna, il teorema di Pitagora e i vichinghi, fino all’Anticamera della morte. E poi, naturalmente, Pinot nella sua Langa. La pittura entra in teatro e dalla pittura scaturiscono musica e cinema, grazie alle elaborazioni video di Pier Paolo Ferlaino, ma anche sapori e odori…
Ezio Bosso
dal foglio di sala dal concerto Via di mille e una cometa
Piccolo Regio Puccini, Torino, 16 novembre 2004
Ogni brano di Via di mille e una cometa è ispirato a uno o più opere di Pinot Gallizio. Di seguito l’elenco delle opere in ordine di apparizione per ciascun dei sette brani del progetto.
1. Neri – Senza titolo (1964)
2. La via di mille e una cometa (1958)
3. La grande sera (1954), La soubrette (1956), La materia è una cosa seria (1957)
4. La Gibigianna (1960)
5. Gagarin (1961), Le ciel des vikings (1961)
6. La notte etrusca (1962), La notte cieca (1962)
7. Sono nato bambino, mi sono trovato bene e lo sono rimasto (1963)
elaborazione video Pierpaolo Ferlaino
Si ringrazia Studio Arkì per la concessione delle videoanimazioni originali.